Il Viaggio dell’Eroe: le fil rouge nel gioco della vita

Le domande sul senso dell’esistenza hanno da sempre, nel corso dei millenni, interrogato l’essere umano: è un’esigenza non superata perchè nonsuperabile. Così ci chiediamo chi siamo, dove stiamo andando, quale scopo abbiamo, quale strada seguiamo…
Joseph Campbell (1904 -1987), studioso di mitologia e religioni comparate, sull’onda di queste domande fondamentali e per mezzo delle sue ricerche ha identificato quello che può essere chiamato monomito, ovvero una “vicenda base” e ricorrente in forme diverse, riscontrabile in ogni cultura e in ogni epoca. Il mito rivela, attraverso la sua analisi, la struttura della psiche collettiva, una componente presente al di là del tempo e dello spazio. Campell ha chiamato il mito individuato nelle sue ricerche e approfondimenti il Viaggio dell’Eroe. Una figura mitica come quella
dell’Eroe funziona come un compasso: con un’asta nel tempo e l’altra nel trascendente. Il trascendente è una sorta di “maschera” di Dio con cui veniamo in contatto e chepossiamo rappresentare solo con forme che conosciamo.

E’ al di là di noi, della nostra limitatezza umana, non è possibile spiegarlo razionalmente ma solo attraverso immagini. Come l’antichissima tradizione cinese insegna nel Tao Te Ching: “Il tao che si può,nominare non è il tao”. E’ ciò che sentiamo in modo sottile, intuitivo, trascendendoml’esperienza sensibile, quella fisica.
Ed è nella misura in cui si comprende l’ispirazione del mito che la nostra vita diventa,mcome dice Campbell “trasparente al trascendente”, possiamo cioè cogliere elementi che ci connettono ad una dimensione che travalica il livello puramente biologico.
Il viaggio dell’Eroe non è lineare né circolare ma si muove a spirale. Ad ogni conclusione di un viaggio segue l’inizio di un altro che si svilupperà attraverso le stesse tappe del precedente ma sarà vissuto con l’integrazione dell’esperienza acquisita. Il movimento prevede un’unità nucleare e ripetibile composta da quattro fasi: separazione,
iniziazione e ritorno. Questi passaggi, in altri termini, sono identificabili come cicli dimvita-morte-rinascita. Ci si allontana da quanto conosciuto per addentrarsi nell’ignoto (nella foresta, nella selva oscura, nell’abisso).

Nell’ignoto si fa esperienza di sé attraverso prove da superare e dimensioni da esplorare, af rontando passaggi iniziatici. Infine, si fa ritorno al luogo delle origini, carichi del bagaglio di quanto appreso e trasformato e si
porta la testimonianza della propria esperienza.
Il viaggio dell’Eroe possiede una natura frattale: la nostra vita è raf igurabile come un,viaggio ma contemporaneamente è possiblie contemplare ogni inizio (un percorso di studi, un cambio di lavoro, una relazione sentimentale), ogni nuova avvio, ogni nuova impresa, ogni nuovo passaggio che attuiamo come un viaggio dell’Eroe.
Perchè è importante vivere come se stessimo compiendo il Viaggio dell’Eroe?

Quando la mente si richiude in concetti, impegni temporali e locali, l’energia vitale si blocca. Il rischio è quello della malattia, dell’insoddisfazione, del girare nella famosa

“ruota del criceto”, di ricalcare il modello di vita di qualcun altro, di non vivere la propria vita.
Tra le cinque cose che in punto di morte le persone si rammaricano di non aver fatto, al primo posto c’è “non aver vissuto la mia vita come avrei voluto”
Il Viaggio dell’Eroe ci richiama alla possibilità di risvegliarci a noi stessi.
Seguire attivamente e consapevolmente il Viaggio dell’Eroe dentro di noi ci permette di: vivere pienamente e in modo più ef icace nel mondo
acquisire consapevolezza dell’essenza dell’esistere
collegarci ai grandi cicli naturali e spirituali rispondere al bisogno di sentirci radicati nella storia e nell’eternità
Ci sono alcune vie per contattare il trascendente: il sogno, la sincronicità, l’intuizione, l’arte.
Va comunque ricordato che la ragione e i suoi prodotti non possono salvarci da soli ma d’altro canto senza ragione non potremmo salvarci dagli aspetti oscuri della natura umana, dal selvaggio irrazionale dentro di noi. Così, con umiltà e consapevolezza possiamo accostarci a scoprire il viaggio dell’Eroe che sitamo percorrendo.

Elena Bruno
Psicologa Psicoterapeuta
338 4752747

ECCO COSA SUCCEDE AL CORPO QUANDO DIVENTI RIPETITIVO

 Il ripetersi automatico di risposte standardizzate, l’adattare senza attenzione lo stesso atteggiamento, modo di pensare, di reagire e quindi di essere a differenti situazioni della vita crea quello che io definisco SCHEMA. Se da un lato i tuoi schemi ti rassicurano perché accrescono la convinzione di aver un controllo sulla tua vita, dall’altra diminuisco l’intensità della tua esistenza creando dei limiti all’espressione delle tue qualità e aumentando la probabilità di generare sintomi nel corpo

Ecco un esempio: Se ogni volta che non mi sento rispettata il mio schema di reazione è quello di irrigidirmi, contrarre i muscoli del basso schiena, chiudere la bocca dello stomaco, respirare in maniera superficiale, sorridere mentre dentro sento rabbia è probabile che nel tempo questo tipo di risposta mi possa causare un dolore al basso schiena, bruciore di stomaco, nervosismo nel corpo e un senso di frustrazione generale.

Il problema non è la difesa istintiva ma la RIPETIZIONE SENZA ATTENZIONE dello schema di difesa.

Ti sei mai chiesto quali sono le conseguenze per te e per il tuo corpo quando rimani incastrato all’interno di schemi ripetitivi?

  • Diventi rigido e quindi lento;
  • La varietà dei movimenti diminuisce e di conseguenza anche la tua capacità di adattarti agli eventi;
  • Sollecitando troppo alcune zone del corpo si generano dei dolori che si possono poi trasformare in sintomi cronici;
  • L’energia non fluisce o si concentra in alcune parti e aumenta la sensazione di stanchezza;
  • Il tuo livello di attenzione diminuisce;
  • Non allenando il tuo cervello ad attivare nuove vie neuronali spegni la tua voglia di conoscere, di aprirti al nuovo alimentando le tue paure e diventando prevedibile.
  • Si crea sforzo nel corpo e lo stress aumenta.
  • Il tuo livello di vitalità diminuisce e diventi ripetitivo;
  • Il tuo campo di azione si restringe generando la sensazione di sentirti in prigione.

Ma ho una buona notizia!

Se definiamo gli schemi come abitudini composte da set ripetitivi di movimento una delle possibilità per stoppare gli schemi è partire proprio dal modificare le abitudini di movimento.

Fermare le abitudini è possibile imparando ad alzare il tuo livello di attenzione rispetto a chi diventi in determinate situazioni e allenando il tuo corpo a essere flessibile e dinamico.

Ti lancio una sfida:

Scegli una routin semplice e nell’arco della settimana riducila del 25%.

Per esempio, se la tua abitudine è quella di lavarti i denti sempre con la mano destra per 3 o 4 volte a settimana usa la mano sinistra.

Mentre lo fai nota cosa succede al tuo livello di attenzione e alle tue percezioni!

Fermati e respira!

 La capacità di respirare è uno dei criteri indispensabili per la definizione di ‘essere vivente’. Respirare significa scambiare energia con il mondo esterno ed è una funzione necessaria alla vita.

L’essere umano compie il primo atto respiratorio al momento della nascita e termina la sua esperienza di vita terrena ‘esalando l’ultimo respiro ‘. Compiamo atti respiratori in media 44 volte al minuto da neonati, 20-25 volte da bambini fina ad arrivare a 14 volte al minuto a riposo da adulti che salgono fino a 35-40 sotto sforzo. Si tratta di un’attività continua, sostenuta dal sistema nervoso autonomo che la controlla senza bisogno del nostro intervento volontario e che richiede la cooperazione di diversi gruppi muscolari nelle due fasi, inspiratoria ed espiratoria.

Il diaframma e i muscoli intercostali esterni sono i principali tra i muscoli coinvolti nella fase inspiratoria mentre gli intercostali interni e i muscoli addominali sono facilitatori della fase espiratoria.

Essendo sotto la direzione del sistema nervoso autonomo la respirazione si adatta e modifica in frequenza ed intensità a seconda dell’attività fisica che compiamo e della situazione emotiva in cui ci troviamo. A partire dai respiri frequenti, regolari e profondi del neonato la cui respirazione è prevalentemente addominale si passa così a ritmi spesso meno regolari, intervallati da fasi di apnea prolungata, inspirazioni rapide ed espirazioni ‘superficiali’ nell’adulto. Diversamente da altre funzioni autonome, come ad esempio il battito cardiaco, la respirazione può facilmente passare sotto il nostro controllo volontario. In qualunque momento possiamo infatti decidere di trattenere il respiro, di rallentarlo, di accelerarlo o di modificarne l’intensità rendendolo più profondo o più superficiale.

Poiché come abbiamo detto la respirazione è il meccanismo vitale di scambio energetico attraverso cui il corpo si ricarica di energia pulita, ossigeno, e si libera delle scorie prodotte dal metabolismo, anidride carbonica, è chiaro come l’intervento volontario possa aiutarci a ottimizzare l’efficacia di questo meraviglioso meccanismo di pulizia e ricarica, per il corpo e per la mente. Se infatti il corpo espira anidride carbonica la mente espira pensieri inutili, preoccupazioni passate, vecchi dolori, ecc. ed inspira chiarezza, lucidità, pace. E ci sono tanti momenti ogni giorno in cui chiarezza, lucidità e pace possono fare la differenza.

Nel lavoro, nelle relazioni, nel prenderci cura di noi e degli altri. Portare attenzione al respiro è il modo più semplice, rapido ed efficace per agire in profondità su noi stessi. Se desideriamo imparare ad usare una potente ‘bacchetta magica’ che ci permetta, qualunque cosa accada, di riprendere e mantenere il controllo su di noi ecco che possiamo farlo con questo semplice comando: ‘fermati e respira’. La magia non cambierà ciò che accade ma ci permetterà di agire sul modo in cui ci rapportiamo agli eventi, sul nostro modo di interpretarli e reagire ad essi. Non a caso la respirazione è alla base di tante pratiche di meditazione e di lavoro sul corpo come lo yoga.

Attraverso il respiro ci riportiamo in profondo contatto con noi stessi e alleniamo l’alleanza tra mente e corpo. Se desideriamo sperimentare la potenza di questo mezzo che tutti abbiamo gratuitamente a disposizione possiamo farlo subito. Proprio ora. Inserisci il timer sul telefono e calcola 1 minuto.

Solo per un minuto porta tutta la tua attenzione al tuo respiro. Nulla è più importante per te in questo momento che sentire l’aria che entra e l’aria che esce dal tuo corpo. Permettiti di respirare rumorosamente, sentire il suono del tuo respiro mentre l’aria entra ed esce. Lascia che ad ogni respiro l’aria entri sempre più profondamente dentro di te fino a gonfiare il tuo addome e raggiungere ogni tua cellula e lascia che espirando l’addome si sgonfi del tutto e che dalla tua bocca esca quel suono naturale che accompagna fuori da te ogni pensiero, ogni tensione, tutto ciò che non ti serve.

Se lo desideri puoi fare questo esercizio da seduto, da sdraiato oppure in movimento, camminando o correndo e continuare anche oltre il minuto, prendendoti tutto il tempo che ti serve.

Puoi restare senza fretta sul respiro finchè dentro di te qualcosa cambia. E puoi esercitarti ad usare la tua ‘bacchetta magica’ ogni volta che vuoi: quando senti arrivare emozioni difficili da gestire, quando hai bisogno di tutta la tua concentrazione, quando vuoi ricaricarti, quando devi prendere una decisione… quando hai voglia di un momento tutto tuo.

Perché anche la magia necessita impegno e anche il più potente dei maghi è stato un apprendista.

Autore: Dott.ssa Alessandra Ambrosino

dott.a.ambrosino@gmail.com

Il massaggio sportivo – non solo per sportivi

Il massaggio sportivo è una specializzazione che alcuni massoterapisti sviluppano per lavorare nel campo dello sport, un settore in cui sicuramente il corpo viene sollecitato in maniera significativa e una azione manuale di riscaldamento muscolare, stretching, defaticamento e mantenimento sono importanti.

A questo punto è bene specificare che il massaggio sportivo viene praticato in vari momenti dell’attività dell’atleta e specificatamente prima della performance, può essere praticato durante se si tratta di sport che prevedono pause (es sul ring tra un round e l’altro, tra un set e l’altro nel tennis, tra un tempo e l’altro nel calcio), e può essere praticato alla fine della performance.

I 3 momenti prevedono 3 tipi differenti di massaggio:

Prima di una competizione sportiva si pratica un massaggio che serve a scaldare i muscoli interessati rispetto allo specifico sport, a far affluire sangue e ad elasticizzare i tessuti affinchè lo sportivo sia pronto a competere e non incorra in stiramenti o strappi.. il massaggio dunque è veloce e di media intensità, come dicevo, localizzato in alcuni punti del corpo. Il massaggio oltre ad avere una componente puramente fisica, esercita nell’atleta anche un potere rassicurante e mentalmente distensivo, soprattutto se è svolto da persona di fiducia. Può essere un rito per avere oltre che un fisico rispondente, anche uno stato mentale concentrato e sincronico.

Il secondo momento è durante la competizione, nei momenti di pausa, anche qua un massaggio veloce, per il poco tempo a disposizione, serve a tenere il muscolo caldo e ricettivo, può essere praticato su muscoli affaticati o indolenziti per riportarli ad uno stato di maggiore elasticità, defaticare e disinfiammare nel caso si siano presi colpi o si siano fatti movimenti particolarmente gravosi. Anche in questo caso l’atleta ha nel massaggiatore un alleato, che lavora per il suo benessere psicofisico e lo aiuta sia fisicamente che emotivamente a continuare a “lottare” per raggiungere un traguardo.

Infine, il massaggio sportivo vede nel post gara il suo momento di espressione più lungo, quando ormai i muscoli hanno dato tutto e sono soggetti a irrigidimento e possibile formazione di acido lattico, a questo punto il massaggio diventa molto più lieve, ha un ritmo lento e cadenzato, può essere un massaggio che vede protagonista l’intero corpo: arti superiori, inferiori, busto, schiena e collo… questo perchè qualsiasi sforzo non è mai localizzato in un solo punto ma in maniera diretta o indiretta vede tutto l’individuo protagonista dello sforzo.

Il massaggio parte dalle estremità e va sempre nella direzione del cuore, questo per facilitare il circolo sanguigno e aiutare l’eliminazione di scorie e tossine prodotte durante lo sforzo.

In questo caso il massaggio può durare anche 50/60 minuti…

L’azione del massaggio in questo caso è quella di defaticare corpo e mente, di concedersi un momento di profondo rilassamento che coinvolge la persona sia nella sfera fisica che emotiva.

Perchè affermo nel titolo che non sia solo per sportivi? Perchè il benessere muscolare e mentale, rendere un muscolo più elastico, aiutare il sangue o la linfa a circolare meglio sono prerogative di una vita sana sia per uno sportivo che per chi non pratica sport, che anzi, può trarre dal massaggio un grande beneficio.

Matteo Maggiore

info@magnificamente.it

Il Metodo Bowen

 Il massaggio Bowen è una tecnica manuale olistica che, in quanto tale, considera l’individuo nella sua globalità. La sua origine è in Australia, dove Thomas Bowen (1916-1982) ha messo a punto negli anni ’50 una tecnica terapeutica oggi conosciuta come “Bowtech”. Attualmente è più diffusa in molti paesi del mondo che non in Italia.
Origini
Thomas Ambrose Bowen nacque il 18 aprile 1916 a Brunswick, vicino a Melbourne nello stato di Victoria, Australia. Ha lavorato come osteopata senza possedere una formazione in campo medico. La sua passione per lo sport, in particolare per il football australiano, ha fatto sì che si dedicasse in particolare ai massaggi e alle manipolazioni dei tessuti molli. Bowen non ha mai pubblicizzato il suo lavoro e, ciononostante, con la sua attività, ha raggiunto una grande fama nel suo paese. Bowen non ha mai dato una spiegazione di come e perché il suo approccio funzionasse sugli stati patologici, però ha descritto la malattia come energia temporaneamente “intrappolata” in un’area, descrizione affine ai principi della Bioenergetica (A. Lowen). Rispetto al suo metodo, gli esperti non sono riusciti a mettere a punto una teoria scientificamente accettabile, nonostante l’evidente efficacia del metodo. Trattandosi, comunque, di una disciplina basata su di applicazione Bowen e i meridiani cinesi di applicazione di aghi. Tra gli specialisti in osteopatia e naturopatia si annovera Oswald Rentsch, istruito personalmente da Bowen, il quale dopo la morte di quest’ultimo, nel 1982 ha aperto l’Accademia Australiana di Bowen per l’insegnamento e la divulgazione del metodo. In Italia il metodo è stato introdotto nel 1996 e nel 1998 è stata fondata l’Associazione Italiana Bowen.
Metodo
Per comprendere i meccanismi che stanno alla base del suo funzionamento, bisogna paragonare il corpo ad un violino o ad un qualsiasi strumento musicale a corde che ha bisogno continuamente di essere accordato per ritrovarsi in armonia con se stesso e con gli altri. Si ritiene che la tecnica stessa crei delle particolari vibrazioni, che corrispondono a punti particolari del corpo e il corpo stesso modifichi la sua vibrazione, per mettersi in accordo con questa nuova situazione e creare una nuova “musicalità”. In questo senso agisce il massaggio: si tratta di un vero e proprio schema dinamico di stimolazioni digitali che attraverso precise manovre stimolano il flusso di energia andando a ripristinare l’equilibrio e a potenziare le capacità di auto guarigione dell’organismo strettamente legate alla forza vitale. Una continua ricerca della migliore condizione possibile affinché la persona acquisisca sempre più consapevolezza di sé e delle proprie sensazioni affinché il corpo riesca a comunicare anche le cause dei disturbi. Il metodo Bowen, anche se prevede manipolazioni leggere, ha un’azione molto forte sull’organismo: va a stimolare la circolazione sanguigna, il drenaggio linfatico e venoso, l’assimilazione dei principali fattori nutritivi e permette una rapida eliminazione delle tossine. Inoltre, minimizza la tensione muscolare e agisce efficacemente nel recupero della mobilità articolare. Ha un’azione benefica e specifica sul Sistema Nervoso Autonomo (SNA), che è responsabile quasi del 80% delle funzioni corporee ed è molto sensibile alle condizioni che generano stress, riportando l’organismo ad una situazione di riposo e di rilassamento.
Essa può essere praticata a tutte le età, ai bambini, agli adulti e agli anziani.

Come si svolge
Una seduta del Massaggio Bowen solitamente ha una durata che va dai 30 ai 50 minuti e già dopo 3-4 applicazioni si possono apprezzare i primi risultati; si basa su una serie di pressioni delicate, con una sequenza prestabilita, che agiscono su punti chiave (trigger) della muscolatura e dei tendini.  Dopo un’attenta analisi preliminare della persona in cui si osserva la postura, la modalità di camminare, l’allineamento dell’asse corporeo, il posizionamento della mandibola, la qualità della pelle e gli occhi, si sceglie la modalità di intervento. Nel primo incontro, che generalmente è simile per tutti, si interviene per riportare il bilanciamento nel sistema e si invita poi la persona a mettersi in “ascolto”, nei giorni successivi, dei messaggi che il corpo invierà per cominciare il cammino verso il cambiamento. Durante il trattamento, generalmente, la persona cade in uno stato di profondo rilassamento. In una seduta si esercitano sul corpo del paziente delle pressioni lasciando alcuni minuti di pausa tra l’una e l’altra. È in questa sorta di sospensione che il corpo “reagisce” e trova le giuste risposte per riportarsi in uno stato di equilibrio. Le sensazioni che possono affiorare sono calore, brivido, formicolio o percezione sensibile di una zona. Il ruolo dell’operatore è quello di provocare delle leggere modificazioni e poi di lasciare che il corpo lavori, trovando la strada per ripristinare il corretto flusso energetico.
I Benefici
I benefici si estendono su più livelli : fisico, emozionale, cognitivo e spirituale e per questo viene definita “tecnica di trasformazione”. Ecco alcuni sintomi che possono essere efficacemente trattati con il Metodo Bowen.

– Riequilibrio generalizzato del corpo
– Disturbo della cervicale, lombalgie, sciatalgie
– Allergie, asma, riniti
– Problemi ormonali, irregolarità mestruali, dolori dovuti al ciclo
– Emicranie, cefalee
– Disordini e problemi mandibolari
– Calcificazioni tendinee della spalla, tunnel carpale, epicondiliti
– Stati d’ansia e stress e sintomi correlati come gastrite e insonnia

Sito di riferimento www.bowenitalia.org
Autore: Paolo Arnetoli Fisioterapista Operatore Praticante Metodo Bowen

Tel 349 7656015

La Psicoterapia come Esperineza Creativa

I motivi che portano a richiedere una consulenza psicologica o a intrprendere un percorso di psicoterapia sono molteplici ma, come rivoli d’acqua nati in punti diversi che corrono tutti quanti verso il mare, così le motivazioni conducono tutte ad entrare in contatto con il nucleo profondo della propria esistenza.

La psicoterapia può diventare un’esperinza rivoluzionaria che ridistribuisce e amplia i sistemi di significato attribuiti alla nostra vita. Ci si trova ad esplorare dimensioni che fino a quel momento risultavano sconosciute alla coscienza, fuori dalla contemplazione del pensiero e del sentimento. Si aprono spazi interiori di riflessione e condivisione, di percezione più fine e sfaccettata delle emozioni che si attivano interiormente. Si acquisice consapevolezza sui propri vissuti che, come matrici primarie, ovvero schemi chiusi e senza soluzioni evolutive, ripropogono, tendnedo all’infinito, le stesse configurazioni interiorizzate attraverso le esperinze precoci disfunzionali. In un gioco di specchi riflessi, ciò che non viene riconosciuto, sciolto, elaborato e superato, viene impiegato per “leggere” quanto accade nella vita di ogni giorno, in una ripetizione che non lascia scampo, dove le immagini, i ruoli e le dinamiche sono identiche, producendo riedizioni disadattative senza variazioni. Così, quando, stanchi di imbattersi sempre in assetti chiusi, soffocanti, quando la sofferenza si fa pressante, nascono domande: “Perchè mi trovo sempre nella stessa situazione? Perchè trovo sempre persone con le stesse caratteristiche? Perchè non riesco a trovare soddisfazione nella mia vita? Perchè mi sento in un vicolo cieco? Perchè…?“.

Le domande assumono la funzione di chiavi di accesso per iniziare un percorso di esplorazione verso il proprio mondo interno e ricercare punti, snodi, vissuti che tendono a frenare il fluire della vita. La valenza creativa della psicoterapia si sperimenta quando, nell’eplorazione dell’interiorità, ci avviciniamo al nostro nucleo profondo, sede della vera conoscenza di sé. Il nucleo profondo è il custode del nostro seme esistenziale, continene il tutto, dà forma e origine al nostro essere nel mondo. Nello stesso modo in cui la ghianda è contemporaneamente frutto e seme della quercia, contiene tutte le informazioni per trasformarsi a sua volta in pianta, così è la nostra identità profonda: è frutto e nello stesso momento racchiude tutto il potenziale per evolvere.

La psicoterapia permette di essere accompagnati, sostenuti e accolti nel viaggio alla scoperta di se stessi, contenendo la tendenza uliaterale della psiche. I sogni, come messaggeri notturni dell’inconscio, sono preziosi indicatori lungo il cammino.

Dott.ssa Elena Bruno

Analisi del piede e motivi per cui si utilizza

Fare un’analisi del piede vuol dire cercare insieme a te come cliente quali sono le abitudini a livello fisico, emotivo, mentale e comportamentale che non ti permettono di raggiungere i tuoi obiettivi.

Perché il piede?

Il piede è la parte più lontana dal controllo della nostra testa e pertanto la parte meno influenzata dalle tue credenze. Il piede mi dice come cammini nella vita, cioè quali sono le tue qualità, come le utilizzi o come non le utilizzi: è il riflesso di quello che sei diventato, il riflesso del tuo potenziale attuale.

Cosa osservo?

Immagino di dividere il piedi in quattro zone che chiamo elementi (aria, fuoco, acqua e terra) e ad ogni elemento faccio corrisponde una determinata area del corpo (ad es. il petto), che coinvolge funzioni diverse e pertanto implica qualità diverse (ad es. il coraggio). Ci possono essere zone più stressate (ad es. trapezio, schiena, spalle) perché più sollecitate e altre zone più deboli perché meno percepite e utilizzate (es. basso ventre e pancia). Quanto e in che modo utilizzi una zona e quindi una qualità piuttosto che un’altra mi da delle indicazioni su com’è ripartita la tua energia.

Attraverso l’analisi e il lavoro sui piede mi è possibile scoprire:

  • quali sono le tue potenzialità e come le utilizzi;
  • le conclusioni a cui sei giunto attraverso la storia personale e ai limiti che ti poni;
  • come i tuoi sintomi possono dipendere dalla ripetizione di posture e movimenti abitudinari;
  • come reagisci a livello fisico, emotivo e psicologico in determinate situazioni;
  • come è ripartita l’energia nel corpo

Una buona analisi del piede richiede la capacità di osservare, di indagare, di essere curiosi. Deve essere il giusto equilibrio tra il mettere in evidenza il prezzo che paghi non vivendo nel tuo potenziale e la capacità di risvegliare dentro di te la curiosità di rimetterti in connessione con te stesso, con il tuo corpo e le tue qualità.

Per me è uno strumento fondamentale per avere una visuale completa della persona che ho di fronte. Lo utilizzo come una specie di carta da visita che mi da informazioni su di te, sui punti da rafforzare ma anche e soprattutto sui tuoi punti forza, sulle tue qualità.

Quando, per qualsiasi motivo, ti senti stanco, confuso, poco presente vuol dire che l’energia nel corpo è mal ripartita e questo disequilibrio si vede molto bene nel piede.

La prossima volta che sentirai anche solo un piccolo fastidio nel piede, non lo sottovalutare: magari il tuo corpo sta cercando di comunicarti qualcosa!

Barbara Spagnolo – Psicologa e bodyworker ; info@barbaraspagnolo.com ; www.barbaraspagnolo.com

Perchè è riassante colorare i mandala?

 Colorare i Mandala sta diventando una pratica molto diffusa, basta andare in libreria per trovare libri con Mandala così complessi e belli da diventare vere  e proprie opere d’arte, se accuratamente colorati.

Chiunque abbia sperimentato questa pratica si è accorto dello stato di calma e rilassatezza che procura, quasi fosse un disegno magico che ha il potere di tranquillizzare il nostro spirito e la nostra mente.

Secondo Jung “Il Mandala è una struttura circolare che sotto forma di disegno o dipinto serve d’ausilio alla concentrazione e alla meditazione”. Secondo Jung, nei periodi di crisi e di conflitti interiori, i Mandala aiutano l’uomo a ristabilire il proprio ordine interno. Il Mandala aiuta a conoscere meglio certi lati della propria personalità, a manifestare conflitti interiori, a produrre un effetto ordinatore e chiarificatore sugli eventi psichici. “Disegnare o colorare un Mandala significa attivare un confronto inconscio con le nostre emozioni più nascoste, prendere coscienza dei contenuti psichici inconsci e liberare la nostra energia di auto guarigione”

Il Mandala è una forma di meditazione facile da praticare, poiché non richiede particolari capacità di concentrazione, ci permette di stare nel “qui e ora” senza grandi sforzi, questo perché utilizziamo soprattutto la vista, il senso che per abitudine si usa maggiormente, inoltre ci impegna in un’attività cognitiva: colorare, che ci distrae e permette all’inconscio di emergere.

Nella meditazione solitamente si tengono gli occhi chiusi e si cerca di fermare il normale vagare della mente portando l’attenzione per esempio sul respiro, sul suo flusso, ma inesorabilmente ci si distrae e la mente ricomincia a vagare, immaginare, pensare, giudicare.

Quando invece siamo occupati nella meditazione con i Mandala, gli occhi sono aperti, la parte cognitiva è assorbita e attratta dal Mandala stesso, che diventa l’oggetto della meditazione.

Secondo la mia esperienza, questa specifica forma di meditazione ha le seguenti caratteristiche:

– La forma geometrica, precisa e ordinata quando viene colorata genera ordine anche nella nostra mente, che si acquieta.

– La scelta dei colori fa si che il giudizio sia incanalato nella valutazione del bello, dell’armonico, invece che su di noi o sulle persone che ci sono vicine;

– Colorare nei bordi richiede al nostra concentrazione, attenzione e pazienza, favorendo la concentrazione;

-I l risultato viene man mano valutato e generalmente le persone si dicono soddisfatte del loro lavoro e provano una certa gratificazione.

Da anni organizzo piccoli gruppi di meditazione con i Mandala; alla fine dell’incontro chiedo ad ogni partecipante di raccontarmi il Mandala appena realizzato e ogni volta rimango affascinata, perché mi trovo ad ascoltare il racconto di un viaggio pieno di significati, di cui le persone stesse si sorprendono, tra l’incredulo e il divertito.

Dott.ssa Marzia Laurenti

Coaching: in cammino, insieme, verso il tuo obiettivo.

 Dalle piccole cose quotidiane, progammare un viaggio, scegliere una nuova casa, ‘lasciar andare’ qualche chilo di troppo, ai grandi passi della vita: gli studi da intraprendere, cambiare città, lavoro ecc… siamo continuamente chiamati a fare scelte, prendere decisioni, metterci in cammino verso i nostri obiettivi. Il desiderio o la necessità di farlo sono solo l’inizio del viaggio. Avere una meta chiara e ben definita è ciò che serve per tracciare il percorso in modo efficace.  Quello di coaching è un viaggio che inizia proprio dall’obiettivo, da ciò che identifichiamo come maggiormente importante per noi in un preciso momento della vita. Definirlo e formularlo in modo corretto è ciò che ci permetterà di usarlo come fosse una potente calamita che ci aiuterà a raggiungerlo e ci sosterrà lungo la strada. Avere chiara la meta verso cui ci muoviamo significa infatti aumentare  di molto la possibilità di raggiungerla sfruttando ogni soffio di vento a favore e preparandosi ad affrontare gli ostacoli e le difficoltà. Nel percorso di coaching si cammina insieme a partire da questo importante passo in una relazione di alleanza e fiducia reciproca tra coach e coachee in cui vengono forniti modello, metodo, strumenti e tecniche da usare nel percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo, qualunque esso sia: personale, professionale, sportivo. Non ci sono obiettivi migliori, solo obiettivi meglio formulati e verso cui vengono costruiti piani d’azione e percorsi più efficaci per raggiungerli.

Se hai un desiderio e vuoi trasformarlo in un obiettivo inizia con un primo semplice passo: scrivilo.

Controlla che risponda a questi requisiti:

  1. sia formulato in modo Chiaro e termini Positivi ( es. voglio andare a vivere in campagna invece di non voglio più vivere in città)
  2. che dipenda completamente da te ( es. voglio che il mio capo mi promuova NON dipende completamente da te),
  3. che sia Ecologico, concorde ai tuoi valori
  4. che sia Importante e Stimolante per te
  5. che sia Realisticamente Raggiungibile
  6. che abbia Indicatori di riuscita chiari e rilevabili ( es. se voglio dimagrire la bilancia e/o la cintura mi daranno indicatori chiari e non soggettivi di riuscita)

Decidi una data entro cui lo vuoi realizzare e segnala sul calendario.

Riscrivi accuratamente, magari a colori, il tuo obiettivo su un foglietto, un piccolo quaderno o il supporto che più ti piace e tienilo sul tuo comodino in modo che sia l’ultima cosa che guarderai la sera prima di dormire e la prima la mattina quando ti svegli.

Pensa adesso ad un’azione concreta che puoi fare da subito per avvicinarti al tuo obiettivo.  Segnala nella tua agenda, agiscila e inizia il tuo viaggio: buon cammino!

Autore: Dott.ssa Alessandra Ambrosino – Medico, coach, counselor

Il massaggio come tecnica per aumentare la concentrazione, la serenità e la produttività

Il ritmo lavorativo e in generale di il ritmo di vita a cui spesso ci sottoponiamo e siamo costretti ad accettare per poter adempiere tutti i nostri compiti può in parecchie occasioni portarci a momenti di saturazione mentale, emotiva e fisica.

Chi vive molto freneticamente ed ha adottato la filosofia del “multitasking” ovvero del fare più cose contemporaneamente, o chi ha una agenda molto fitta di impegni che si vanno ad accavallare ed in alcuni casi ad intersecare, o chi vive molto proiettato verso l’esterno di sé e molto poco nel sentire le proprie necessità psicofisiche, potrebbe incappare, per utilizzare un termine elettrico… in un corto circuito o più semplicemente in una sovratensione che creerebbero un rallentamento e un malfunzionamento fisico, cognitivo e spirituale: il metabolismo potrebbe non funzionare in maniera corretta, la memoria giocare brutti scherzi, avere vuoti di memoria, sbalzi di umore e cali di motivazione.

Ci sono molti modi per riacquistare l’equilibrio, ma vorrei accennarne uno che reputo efficace e può rimetterci in pista con una energia rinnovata e si spera, con il desiderio di cambiare un po’ stile di vita.

Il massaggio ci dà consapevolezza del nostro corpo e del nostro pensiero.

Come accennavo essere troppo proiettati verso l’esterno e troppo poco verso noi stessi può essere nocivo perchè ci fa diventare estranei verso noi stessi… perdiamo la conoscenza del nostro corpo, delle sensazioni che esso può provare e delle emozioni che può farci provare, perdiamo la conoscenza dei pensieri, sogni e fantasie che possiamo generare.

Un massaggio rilassante eseguito da mani esperte e con l’utilizzo delle giuste manovre e cadenza di movimenti, in un ambiente sereno, silenzioso e con una giusta temperatura esterna, è in grado di farci staccare la spina dalla nostra routine, ci fa concentrare su quello che il corpo sta provando e crea uno stato di sincronia tra la mente e il fisico.

E’ una concentrazione rilassata che può portare a uno stato anche profondo di meditazione o di trance ipnotica.

I pensieri e i problemi si allontanano e si ridimensionano, il nostro cervello rilascia endorfine capaci di provocare uno stato di benessere diffuso, e lo stress diminuisce fino a scomparire.

Il corpo viene stimolato e il metabolismo viene sollecitato grazie alla manipolazione e il corpo è aiutato a drenare ed espellere scorie.

In questo modo recuperiamo un momento di vita, dedichiamo un’ora o più al nostro corpo e svuotiamo la nostra mente.

Questo reset è importante per aumentare la nostra energia positiva nella vita e sul lavoro, creare un nuovo ordine di priorità, conoscere meglio se stessi fisicamente e mentalmente, provare sensazioni piacevoli…. o semplicemente passare un momento in puro relax.

Anche fare un massaggio, a me succede, può portare a profonda concentrazione in cui ci si svuota dai pensieri e si crea uno stato di sincronia tra i movimenti del corpo e mente, che può essere definito meditativo.

Matteo Maggiore – Consulente olistico e psicologo – info@magnificamente.it – 328/0070934

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